I passi di Francesco
di Francesco Capalbo Francesco è un personaggio ieratico, d’altri tempi. Pur essendo giovane ha l’aspetto pensieroso di un frate ortodosso del Monastero di Samos ed i piedi vissuti dei monaci francescani di Assisi. L’ho incontrato nei punti più impensabili di San Sosti, alcune volte nel ventre di Cosenza. Mi ha sempre incuriosito il suo passo deciso che non teme le gelate di gennaio nè la canicola di agosto. Sulle spalle ha uno zaino nel quale sembra conservare l’oro del mondo. L’altro giorno come sempre ci siamo salutati. Lui si è avvicinato e ha estratto dalla sua misteriosa bisaccia un libricino dal titolo: “Pane al pane, vino al vino”. Me ne ha fatto dono. Ho scoperto così che Francesco scrive poesie con un linguaggio che trascende quello della sua generazione. Durante il suo continuo movimento distilla versi che gli consentono di trovare equilibri momentanei. Lui, che è l’immagine della bontà, passeggia perché ricerca l’amore ed anche il pretesto per implor