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Visualizzazione dei post da luglio, 2021

I passi di Francesco

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  di Francesco Capalbo Francesco è un personaggio ieratico, d’altri tempi. Pur essendo giovane ha l’aspetto pensieroso di un frate ortodosso del Monastero di Samos ed   i piedi vissuti dei monaci francescani di Assisi. L’ho incontrato nei punti più impensabili di San Sosti, alcune volte nel ventre di Cosenza. Mi ha sempre incuriosito il suo passo deciso che non teme le gelate di gennaio nè la canicola di agosto. Sulle spalle ha uno zaino nel quale sembra conservare l’oro del mondo. L’altro giorno come sempre ci siamo salutati.   Lui si è avvicinato e ha estratto dalla sua misteriosa bisaccia un libricino dal titolo: “Pane al pane, vino al vino”. Me ne ha fatto dono. Ho scoperto così che Francesco scrive poesie con un linguaggio che trascende quello della sua generazione. Durante il suo continuo movimento distilla versi che gli consentono di trovare equilibri momentanei. Lui, che è l’immagine della bontà, passeggia perché ricerca l’amore ed anche il pretesto per implor

Alla scoperta di San Sosti...

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  Ph Pieruccio Balestra  gli alunni della classe seconda della scuola Primaria di San Sosti nella Chiesa del Carmine Grazie al progetto “ Scuola   Estate “ noi alunni della classe seconda della scuola Primaria   abbiamo iniziato a scoprire e conoscere il nostro paese   da quando era abitato dai nostri nonni, bisnonni e ancora in tempi più lontani. È stato bellissimo poter girare in lungo e in largo il centro storico.  Per giorni ci siamo inoltrati nelle “Vaneddre” anche quelle a vicolo cieco, attraversato “Suppuorti” e conosciuto l’origine dei nomi dei quartieri. Abbiamo scoperto che la “Vitusa” vuol dire terreno pieno di vite e che la piazza degli “Arivanisi”si chiama così è perché una volta ci abitavano famiglie di albanesi venuti, tanto tempo, fa dalla loro terra. Al “Bergo” dove c’era l’asilo delle suore, l’antica scuola materna, dove sono andati i nostri nonni e bisnonni. Al “Prato” abbiamo incontrato un signore che ci ha accompagnati in una piccola piazzetta nascosta dove non era

Slow food a San Sosti e nella Valle dell’Esaro

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  di Rossella Malerba Nel luglio 2020 nasce la condotta Slow food San Sosti Valle dell’Esaro. Le produzioni d’eccellenza dopo un lungo lavoro convergono per dare vita finalmente a un grande progetto, fortemente voluto dal presidente Fabio Maria Torchia.  L’obiettivo principale è salvaguardare la biodiversità e le tradizioni, a educare al gusto e all’alimentazione consapevole. Sviluppare quella sensibilità ambientale che negli anni dovrà dare vita a nuova linfa, e nuovi contenuti.  La Valle dell’Esaro è un’area geografica ampia e ricca di risorse ambientali, di cultura e tradizioni.Partendo da San Sosti, sulla mulattiera si raggiunge il piano di Casiglia e tra maestosi lecci ed aceri, immersi in una natura rigogliosa, dopo una serie di tornanti ci inoltreremo nel piccolo ed antichissimo sentiero che ci condurrà' in un ripido, fitto e faticoso bosco di Faggio, fino a sbucare al grande pianoro del "Campo di Annibale"  ,lì i panorami diventano unici. Di fronte uno scenario se

Storia di ieri ... Storia di oggi

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  A destra nella foto, con la chitarra in mano: Giovanni Perrone. di Giovanna Perrone  In questo periodo di pandemia dove tutto mi sembrava surreale, le distanze fisiche e le cattive notizie riguardanti persone conosciute e non, gravavano come macigni sul cuore, pensare ai miei nonni mi ha dato la forza per affrontare giorni interminabili con più serenità e ottimismo. Negli anni venti il papà di mamma, Francesco, e quello di mio padre, Giovanni, decisero di emigrare in America. In paese avevano una bella famiglia, la casa, terreni da coltivare, un mestiere da praticare nella bottega di proprietà. Francesco Covello Il desiderio di dare ai figli, Gennarino, Antonietta, Maria, Cesira, Francesco, un futuro migliore, forse anche spirito di avventura, li portarono ad andare incontro ad un domani indefinito, lontani dalle certezze che fino a quel momento avevano rappresentato i punti fermi della loro vita. Non sarà stato facile adattarsi alla lontananza, ad un ambiente nuovo, confrontarsi con

Roma e San Sosti: i luoghi del cuore

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  di Brunella Amoroso  Roma è la città che mi ha adottata quando ero una bimba di appena 10 anni. Una bimba che strabuzzava i suoi occhioni alla vista di tanta meraviglia. La foto che pubblico ritrae me all'interno dell'Anfiteatro Flavio. La prima cosa che entrò nella mia testolina fu il dialetto romano che, con la sua cadenza e le sue adorabili esternazioni, mi ha talmente affascinata dal portarmi a scrivere poesie in vernacolo. La città eterna, nonostante sia considerata tra le più belle al mondo, non è riuscita però e mai riuscirà a togliermi quel sentimento di nostalgia che provo ogni volta che penso alla mia bella terra natìa e soprattutto al mio adorato paese. Un paese incastonato, come una perla tra le più preziose, nel meraviglioso parco nazionale del Pollino: San Sosti.  Proprio qui ho trascorso gli anni più belli della mia giovinezza ed ancora oggi è uno dei luoghi ove amo rifugiarmi. Ogni qualvolta mi reco nel mio paesello, immancabile la mia visita in uno de