Storia di ieri ... Storia di oggi

 

A destra nella foto, con la chitarra in mano: Giovanni Perrone.


di Giovanna Perrone 

In questo periodo di pandemia dove tutto mi sembrava surreale, le distanze fisiche e le cattive notizie riguardanti persone conosciute e non, gravavano come macigni sul cuore, pensare ai miei nonni mi ha dato la forza per affrontare giorni interminabili con più serenità e ottimismo.


Negli anni venti il papà di mamma, Francesco, e quello di mio padre, Giovanni, decisero di emigrare in America.


In paese avevano una bella famiglia, la casa, terreni da coltivare, un mestiere da praticare nella bottega di proprietà.
Francesco Covello

Il desiderio di dare ai figli, Gennarino, Antonietta, Maria, Cesira, Francesco, un futuro migliore, forse anche spirito di avventura, li portarono ad andare incontro ad un domani indefinito, lontani dalle certezze che fino a quel momento avevano rappresentato i punti fermi della loro vita.

Non sarà stato facile adattarsi alla lontananza, ad un ambiente nuovo, confrontarsi con persone di lingua diversa e per loro incomprensibile, mettere a disposizione di altri la propria capacità lavorativa e ad integrarsi.

Ce l'hanno fatta!Ammiro la loro forza morale, la capacità di affrontare sacrifici e momenti tristi senza farli pesare alla famiglia lontana, come traspare dalle lettere, che custodisco gelosamente.Sarò sempre orgogliosa anche delle mie nonne rimaste a San Sosti, Carolina e Raffaella.

Hanno portato avanti la famiglia senza la presenza rassicurante dei mariti, avuto un ruolo rilevante e di sostegno nella vita sociale del paese; sempre pronte a dividere con umiltà ciò che avevano con chi era meno fortunato, ad aiutare il prossimo.

Da loro ho imparato la più grande lezione di vita: essere forte, razionale e libera; rispettare gli altri per quello che sono e pensano; non aver paura del “diverso”; tendere la mano ed essere disponibili.

Ho cercato con l’esempio di trasmettere questo ai miei figli e ai miei piccoli alunni che ho curato con amore per quaranta anni.

 Se mi ricordano ancora con tanto affetto, significa che ho “seminato” bene e “coltivato” la speranza in un futuro migliore.

 


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