Cara San Sosti

 

di Greta Calonico


Cara San Sosti,

 oggi voglio parlare della mia vita da studentessa fuorisede, iniziata a settembre del 2019. Sai, ho sempre provato un forte amore per te, ma allo stesso tempo un forte desiderio di mettermi in gioco, che mi ha spinta a lasciarti, dopo il liceo, per proseguire gli studi universitari in un’altra città. Una città che, da piccola, mi ha sempre affascinata, e ogni anno in cui tornavo a farle visita, realizzavo sempre più che il mio sogno sarebbe stato proprio vivere qui, a Roma, la città eterna. Ricordo perfettamente il giorno in cui mi sono trasferita, era un mix di ansia e timore, misto ad adrenalina e voglia di diventare grande. Portavo con me grandi valigie piene di vestiti, ma anche di preoccupazioni, come la paura di stare da sola, di non riuscire a costruire dei solidi rapporti di amicizia, di non superare la prova con me stessa e tornare indietro sconfitta. Tutte queste paure sono svanite il giorno in cui ho iniziato a frequentare la facoltà di Giurisprudenza all’Università “La Sapienza”, un contesto completamente diverso da quello in cui avevo vissuto fino a quel momento. Eppure, era proprio quello che cercavo: una nuova vita che fosse un continuo stimolo e una sfida da affrontare quotidianamente. Ho conosciuto, e continuo a conoscere, persone che, ad oggi, posso dire con certezza, mi arricchiscono sotto ogni punto di vista e mi rendono consapevole che è stata una vera fortuna incontrarle. Probabilmente, però, la prova più grande da superare, è la convivenza con persone che non siano i tuoi familiari. Vivere con degli estranei credo sia la cosa più difficile, ma allo stesso tempo la più bella del mondo. Conosci gente con abitudini diverse dalle tue, cibi nuovi e parole mai sentite prima. È proprio qui, che tra vita universitaria e casalinga, scopri la bellezza dell’essere diversi, de “il mondo è bello perché è vario”; così come la mia voglia di diventare grande si è rivelata, alla fine, una corsa contro il tempo. Le giornate sembrano non durare mai abbastanza per fare più cose contemporaneamente: la spesa, la posta, lo studio, le pulizie; insomma, la confort zone di cui godevo a casa mia ha lasciato il posto ad una serie di responsabilità e di regole da seguire. Nonostante tutto, devo ammettere che, anche a 500 km di distanza, non potrò mai sentirmi sola e completamente lontana da casa, sapendo che un pezzo della mia famiglia vive in questa città. Essere una fuorisede ti ricorda anche quanto bello sia tornare a casa, quella vera, dopo mesi, e, quanto brutta sia quella sensazione di malinconia ogniqualvolta devi ripartire. Proprio perché, cara San Sosti, sei casa, radici, colori, tradizioni, respiri, valori, sangue che mi scorre nelle vene. E io non smetterò mai di ringraziarti per tutto ciò che mi hai dato e insegnato. E come mi hai dato, meriti anche di ricevere. Abbiamo un lungo lavoro da fare, ma chissà se un giorno, insieme a tutti gli altri giovani, lo realizzerò. 


Fiera di essere sansostese, da sempre e per sempre

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