San Sosti e Torino: crescere tra due opposte realtà


 

di Lia Diodato

‘a grancascia!... evocativo per me anche se in realtà non ho un ricordo preciso di questo strumento nel mio borgo natio, il bel borgo natio al quale resto indissolubilmente legata. La casa di mia nonna, dove sono nata. Via Diaz.

Vivo a Torino, una città dai colori di note, una città volta al sociale. La prima capitale.

Ho sempre detto da giovane, e ancora oggi, che ho avuto una gran fortuna a crescere tra due opposte realtà: nord e sud.

In questa dicotomia ho saputo scegliere l’abito con cui crescere per piacermi. E anche piacere.

Molti anni fa Torino era una città apparentemente chiusa, dedita al lavoro industriale, poco al terziario. Locali per passare la serata con amici.

San Sosti mi regalava la libertà delle risate delle serate passate al “muretto” ascoltando “fattarieddri” e barzellette. Mi regalava “lo stare insieme”, senza locali, auto, discoteche. Mi regalava “‘u fucularu”. Mi regalava la semplicità. Solo i rapporti umani vissuti al freddo e al caldo dello “struscio” sulla Nazionale, della “Matricola” ascoltando i 45 giri del momento, del jukebox all’Hotel e tante, tante giocate a carte.

Da circa 20 anni Torino ha cambiato volto. È diventata turistica. La musica è nelle strade. La gente cammina per le strade. E sotto il mio balcone, in estate, alla stessa ora passa un anziano con in spalle un registratore e mi sembra di essere al paese: musiche di folklore, tarantelle, fanfare…musica!    

Amo Torino, in tutte le sue sfaccettature. Ma inevitabilmente ritorno ogni anno a San Sosti per le mie uniche vacanze da lavoro.

Aprire casa, abbracciare l’aria, godere il terso del cielo, la Mula e immaginare quanto sarebbe bello se dietro vi fosse già la strada per Diamante… Chiunque sia venuto a conoscere il mio borgo natio, non ha potuto non notare la strategica posizione geografica del paese: un salto e sei a 2.000m, un salto sei al mare.

E dalla montagna puoi ammirare i due Mari.  

E quest’anno spero di rivederti cara terra di Calabria!

Ad maiora, semper.

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