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L’ acquedotto dell’Abatemarco e l’arte di cronicizzare il morbo

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Di Francesco Capalbo Se c’è una cosa in cui i politici calabresi eccellono, questa ha un nome: arte di cronicizzare il morbo. Come i potentati farmaceutici tendono a rendere croniche le malattie, non avendo simpatia per le cure definitive, così i politici calabresi si rivelano pieni di talento nello spalmare pomate non risolutive e nell’incollare cerotti  sulle ferite di cui sono affetti i nostri territori. Se i primi lo fanno per convenienza economica (vendono pillole e unguenti, invece di un unico farmaco) i secondi agiscono per calcolo elettorale.   La vicenda dell’acquedotto dell’Abatemarco ne è un esempio. I soloni che governano la Calabria pensano che rifarlo integralmente non produca consenso, ritardarne la morte invece sì. Il motivo è presto detto. C’è tutta una economia che si avvantaggia di ciò che è cronico e fatiscente: le ditte intervengono per somma urgenza; l’abitante sperimenta il prodigarsi del politico locale, non percependo in alcun caso quanto esso sia furbo

Donna LoCicero, Enrichetta Capalbo e il turismo delle origini

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Enrichetta Capalbo  di Francesco Capalbo   Donna LoCicero è un’affascinante signora americana di mezza età.  È di Peoria, una città dell’Illinois, e vive ad El Cerrito nella Contea Californiana di Riverside. Lavora presso la Beanfield Productions. Fa parte del team Kennedy. A supporto di Robert F. Kennedy Junior, nella recente campagna per la presidenza degli Stati Uniti, ha prodotto degli importanti video. È sposata con Robert Campos giornalista, documentarista e produttore televisivo che ha avuto esperienze lavorative presso la CBS News e la ABC News. Donna LoCicero ha origine italiane. La bisnonna, Enrichetta Capalbo è infatti nata a San Sosti. Sposata con Giovanni Calonico, un sarto anche esso di San Sosti, Enrichetta nell’aprile del 1895, appena venticinquenne, si imbarcò da Napoli a bordo della motonave Olimpia per raggiungere New York. La sua fu una traversata coraggiosa che ebbe buoni esiti. Insieme a lei vi erano i due figli: Giuseppe Antonio di sei anni ed Elvira di appena du

La fiera del Pettoruto, il sindaco di Arianta e il calascione

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La fiera del Pettoruto è antica. Certamente era presente in età feudale. Ce lo rivelano fonti ben accreditate. Nel 1857 l’arciprete Domenico Cerbelli scriverà nella sua una sua importante monografia: “Nel territorio ariantese celebrasi la fiera del Pettoruto. In tempo dei principi feudatari il sindaco di questo comune, accompagnato dalla squadriglia e da altri impiegati comunali ogni anno si portava nel Piano della fiera ad inalberare la regia bandiera, invigilava su i pesi e le misure”. Non ci disorienti la parola “ariantese”. All’epoca, il territorio sul quale si concentravano avventori provenienti da ogni parte della Calabria Citra ed Ultra, apparteneva al confinante comune di Mottafollone, conosciuto nell’antichità con il nome di Arianta. La bandiera che veniva esposta sul luogo preposto agli scambi commerciali era quella dei re di Napoli. Il complesso sistema di pesi e di misure sui quali i sindaci dell’epoca vigilavano con perizia e scrupolo erano complessi e portavano nomi stran

DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO IN CALABRIA E QUESTIONE ARBËRESHE

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  di Ambrogio Bellizzi La Calabria è tra le prime regioni in Italia per povertà educativa e dispersione scolastica e paradossalmente è anche una delle regioni più colpite dai tagli del governo nazionale sulla scuola. Alla luce dell’assetto normativo delineato dalla legge di bilancio n. 197 del 19/12/22, attuativo della riorganizzazione del sistema prevista nel PNRR, a decorrere dall’a.s.2024/25, i criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei d.s.g.a. dovranno tenere conto della popolazione scolastica regionale e degli sviluppi demografici nel prossimo triennio. Pertanto, il numero delle autonomie riconosciute alla Regione Calabria per l’a.s.2024/25 (Schema di Decreto Interministeriale del MIM del 24/05/2023) è pari a 281, contro le 360 dell’anno precedente. Sono, 79 le autonomie da sopprimere che rapportate alla popolazione scolastica ed alla densità abitativa di ciascuna Provincia, Città Metropolitana fotografano il seguente assetto: Provincia C

Da Buenos Aires a San Sosti alla ricerca delle loro origini

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Miriam, Carlos Alberto, Guillermo e Silvia   di Francesco Capalbo  I fratelli Tripoli (Guillermo e Carlos Alberto), accompagnati dalle rispettive spose (Silvia Martin e Miriam Tomietto ) nei giorni scorsi   hanno posato le loro orme sulla stessa terra dalla quale Nicola, loro nonno, era partito nel 1905 per emigrare in Argentina. In paese hanno cercato con avidità notizie del loro antenato. Nicola Tripoli era nato a San Sosti il 23 maggio del 1892 da Pietro e Carolina Spagnuolo. La casa in cui nacque era situata in via Pendino, così si chiamava la via dove era situata la vecchia “Posta”. Altro, per adesso, non è stato possibile sapere. Guillermo, Carlos Alberto, Silvia e Miriam che vivono a Buenos Aires hanno intenzione di ritornare in Calabria per continuare la loro ricerca. Quest’anno fino a dicembre saranno in giro per l’Italia (Liguria, Lombardia, Veneto, e Friuli Venezia Giulia). Cercano con questo viaggio di ricomporre il complicato puzzle delle loro origini scompigliato

Del rancore, dell'invidia e di altri mali ancora

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  di Francesco Capalbo C’è un aspetto del sottosviluppo della nostra terra che è scarsamente indagato e nello stesso tempo sfugge alle tradizionali analisi dei ricercatori che sono soliti osservare solo la superficie degli avvenimenti. Esso ha sede nel cuore delle nostre collettività, proprio laddove si forma l’ethos, ovvero il nostro carattere collettivo inteso anche come temperamento di gruppo di un insieme di persone che vivono insediate sopra uno stesso territorio. E’ fuori dubbio che prima ancora delle dotazioni infrastrutturali, dei finanziamenti, dell’ intervento dello Stato, dell’iniziativa privata e dei tanti…bla, bla, bla, è l’intreccio tra i modi di fare dei singoli e i comportamenti collettivi che determina sia le fortune economiche che culturali di un territorio. Noi viviamo in un contesto sociale nel quale per una serie di accidenti non solo storici, i comportamenti singoli e collettivi scoraggiano chi si adopera “per fare” e questa considerazione è valida a tutti i livel

LA FESTA DEL PATRONO

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  di Linda Di Stefano Tutto il corso era gremito di gente. Come al solito la festa del Patrono veniva festeggiata in pompa magna con un sovrannumero di venditori di semenza e noccioline, commercianti di cianfrusaglie venuti dai paesi vicini e l’immancabile presenza del luna park, fornito quest’anno di nuove attrattive. A parte questo, niente di nuovo, da anni tutto si ripeteva allo stesso modo, non mancavano neanche le gomitate e le spinte per farsi largo. «Perché?» Vi chiederete voi. E’ semplice, non vi è festa senza folla e questo era l’evento più assiepato di tutti con l’aggravante che le strade erano strette e di anno in anno sembravano rimpicciolirsi sempre più. «Com’è possibile?» Vi chiederete ancora voi. E’ possibile, è possibile. Non dimenticate che in questo paese, con le nuove costruzioni o ristrutturazioni , per rendere più spaziosa la propria casa o per il gusto di ‘’fregare’’ si sottraeva qualche centimetro alla strada. Mi direte che da voi non è così, ma che volete, ogni