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Gli orrori della Grande Guerra in un romanzo di Francesco Capalbo

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di Giuliana Monforte “È mancato ai vivi” è il titolo evocativo dell’ultimo lavoro di Francesco Capalbo, edito dalla Casa Editrice Luigi Pellegrini di Cosenza. L’opera è un ibrido letterario: romanzo che confina col saggio.  Coniugando i dati raccolti attraverso una minuziosa ricerca storica con i documenti appartenuti alla sua famiglia, lo scrittore ricostruisce le vicende di alcuni giovani che, tra il 1915 ed il 1918, partirono dalla Calabria verso i “campi della gloria”.  L’incalzante racconto si dipana per 42 brevi capitoli: personaggi ed avvenimenti convivono in una narrazione corale avvincente.  Tra le pagine del testo si animano le umili figure dei fanti della provincia di Cosenza, sui quali prima d’ora erano stati posati fugaci sguardi: gli affamati di Milovice, i dannati di Bligny, i gasati di San Martino del Carso, le vittime della “puttana spagnola”. Particolarmente toccante è la descrizione della sorte dei tredici fanti, alcuni ventenni, del Mandamento di San Sosti, morti in